venerdì 4 agosto 2017

Forme musicali sacre:la Messa

La MESSA è uno dei servizi divini più importanti della Chiesa cattolica romana. La sua forma liturgica in lingua latina si fissò in maniera definitiva in occidente a partire dal V secolo, in contrasto con la diversificazione dei riti orientali.

Con il Concilio Vaticano II (1964-69) è stata riformata per consentire una partecipazione più attiva dei fedeli al rito (ad esempio utilizzando la lingua locale al posto del latino); la sua struttura è comunque rimasta quasi invariata per quanto riguarda la sua evoluzione nella storia della musica.
Fanno parte dei canti della messa intonati dal coro e dai fedeli:
ORDINARIUM MISSAE: Kyrie, Gloria, Credo, Sanctus e Agnus Dei. Queste 5 parti hanno lo stesso testo in ogni messa, ma non sempre la stessa musica. Gloria e Credo sono intonati dal sacerdote, poi interviene il coro.
PROPRIUM MISSAE: Introitus, Graduale, Alleluia, Offertorium, Communio. Queste 5 parti cambiano in ogni messa, e sono ciclicamente ordinate secondo l'anno liturgico (PROPRIUM DE TEMPORE) o le feste dei santi (PROPRIUM DE SANCTIS).

LA MESSA GREGORIANA

Il canto costituì sin dalle origini una parte integrante nella celebrazione della messa continuando in ciò la prassi sinagogale.
Nella messa gregoriana le parti eseguite dall'assemblea (generalmente a cori alternati) rivestono maggiore interesse musicale delle parti eseguite dal celebrante e, a eccezione del Gloria e del Credo, hanno un carattere melodico più sviluppato.
Il secolo XII segna il declino della messa in canto piano e la comparsa (scuola di Notre Dame) delle prime elaborazioni polifoniche di alcune parti della messa.
La prima messa interamente polifonica è la cosiddetta Messa di Tournai (1320 ca.) composta di brani di diversi autori. La Messe de Notre- Dame di G.de Machault (1349 ca.) è il primo esempio di messa scritta da un solo autore e concepita come opera unitaria. Base e fonte inesauribile d'ispirazione tematica per la messa polifonica del XV/XVI secolo restò comunque la melodia gregoriana (cantus firmus).
Agli inizi dell secolo XV nelle messe di polifonisti inglesi e franco-fiamminghi come L.Power e J.Ciconia cominciò a delinearsi la tendenza all'unità tematica delle varie parti. Questa tendenza condusse, con G.Dufay e la scuola fiamminga, alla messa ciclica, la quale utilizza in tutte le sezioni un unico cantus firmus tratto dal repertorio gregoriano.

LA MESSA POLIFONICA RINASCIMENTALE
Realizzazioni polifoniche della messa

Dopo Dufay, la messa assunse un'importanza preponderante, come forma musicale di massimo impegno contrappuntistico.
L'estrema complessità dell'elaborazione e della struttura compositiva testimonia ormai di una concezione estetica che va al di là del fine liturgico. Il cantus firmus gregoriano divenne spesso un mero spunto per la composizione; altre volte il cantus firmus fu costituito da una melodia profana nelle messa chanson (come L'homme armé, che venne utilizzato per una trentina di messe dei più celebri autori). L'ordito polifonico della messa fiamminga è in genere a 4 parti, a cappella (cioè senza accompagnamento musicale), con il cantus firmus tenuto rigorosamente da una voce (tenor, da cui messa in tenor), mentre le altre voci si contrappuntano in libera imitazione o a canone. Collateralmente si svilupparono altri procedimenti, come la messa parodia (soprattutto con J.Desprès, Combert, poi Palestrina), che attinge da una composizione preesistente non solo il cantus firmus ma tutto il materiale melodico e l'apparato contrappuntistico, e la messa parafrasi, con il cantus firmus liberamente distribuito fra tutte le voci.
Un tipo particolare fu la messa in discanto, libera o su cantus firmus, con frase melodica ricorrente (motto) alla voce superiore.
Nel secolo XVI la messa polifonica a cappella giunse a perfezione, in tutte le sue varietà, con Palestrina. Egli la sottrasse alla macchinosità di artifici e procedimenti che impediva la comprensione delle parole, e si preoccupò innanzitutto di riflettere nella musica lo spirito del testo sacro. Dopo di lui, la musica a cappella decadde rapidamente, salvo sopravvivenze conservatrici soprattutto in ambiente romano.

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