giovedì 14 settembre 2017

La musica come prodotto commerciale (parte prima)

A molti di voi è già noto questo video che ho postato. Questo gruppo Australiano ha unito in un collage pezzi di circa quaranta brani musicali che sono hit internazionali e che hanno tutti un denominatore comune: quattro accordi!. Le grandi case discografiche ( e non solo) puntano sempre di più su un prodotto musicale facile da ascoltare con una combinazione armonica che ,in qualche modo, renda una canzone subito familiare naturalmente a discapito della qualità artistica.
Si tratta di un vero e proprio prodotto preconfezionato da somministrare alle masse  che così si assuefanno e si appiattiscono sempre ascoltando le stesse cose.Questo genera inevitabilmente un impoverimento e una chiusura pressoché totale verso altre forme musicali che,per la loro varietà timbrica,ritmica e sonora(per non parlare dei testi....),vengono emarginate e bollate come "difficili" o "noiose". Sarebbe come dire che se si mangia tutti i giorni pasta in bianco, un buon piatto di lasagne sarebbe troppo complicato da gustare..... Aldilà di questo banale esempio, dobbiamo riflettere sulla massificazione della musica che invece di essere apportatrice di innovazione culturale,diventa un contenitore di cose vecchie dette e ridette,alle quali noi permettiamo di mortificare la nostra intelligenza. Viene meno,infatti, la curiosità,la sperimentazione, l'apertura intellettuale che dovrebbe essere propria delle generazioni più giovani. Ecco perché da sempre mi batto nella scuola primaria e secondaria,per farvi avere un ascolto critico e consapevole di ciò che sentite, capendo le forme e le infinite sfumature che il linguaggio musicale ha per sua natura e che dovrebbe aiutare a vivere con fantasia e a colori e non certo con la pochezza cromatica contenuta nella musica commerciale la quale serve a far ridere pochi (quelli che con quattro note fanno milioni!). Pensate solo alla difficoltà che avete quando ascoltate un brano di gruppi rock degli anni '70 o '80.....non parlo di Mozart,parlo di quarant'anni indietro. Ebbene quella musica non è fatta di quattro accordi( ovviamente parlo di musica rock e non pop!). Riprendiamoci i nostri spazi e allarghiamo i nostri confini. Impariamo a scegliere e non ad essere scelti.

Nessun commento:

Posta un commento