La sonata di Domenico Scarlatti.
La parte più alta della produzione di Domenico Scarlatti(Napoli,1685-Madrid,1757) è rappresentata dal corpus di 555 sonate per clavicembalo che costituiscono una delle espressioni più alte della musica strumentale settecentesca. Le sonate di Scarlatti sono perlopiù in un solo movimento bipartito (cioè diviso in due parti) e possono presentare un solo tema o più episodi tematici variamente elaborati.
Sono frequenti gli inserimenti di elementi, movenze di danza o atmosfere tratte dalla tradizione popolare spagnola, che conferiscono al linguaggio arditissimo e originale di Scarlatti un colore particolare e unico. La ricerca ritmica e il virtuosismo brillante – frutto di una inesauribile fantasia e finalizzato alla ricerca di timbri e sonorità fino allora impensabili sul clavicembalo –, uniti a una vena melodica cantabile ed espressiva, hanno aperto la strada alla moderna tecnica del pianoforte.
Sono frequenti gli inserimenti di elementi, movenze di danza o atmosfere tratte dalla tradizione popolare spagnola, che conferiscono al linguaggio arditissimo e originale di Scarlatti un colore particolare e unico. La ricerca ritmica e il virtuosismo brillante – frutto di una inesauribile fantasia e finalizzato alla ricerca di timbri e sonorità fino allora impensabili sul clavicembalo –, uniti a una vena melodica cantabile ed espressiva, hanno aperto la strada alla moderna tecnica del pianoforte.
Lo schema è: Prima parte Tema (se maggiore modulante alla dominante-se minore modulante alla relativa maggiore) ritornello.
Seconda parte (dal tono di arrivo al tono di inizio) ritornello.Naturalmente questo le modulazioni possono spesso variare(ad esempio tema in modo minore-sua dominante sempre minore) link1 link2 link3.
La TOCCATA.“Nelle toccate” spiega Frescobaldi “ho avuta consideratione non solo che siano copiose di passi diversi et di affetti, ma che anche si possa ciascuno di essi passi sonar separato l’uno dall’altro onde il sonatore senza obligo di finirle tutte potrà terminarle ovunque più li sarà gusto”. Così le Toccate rivelano un ulteriore motivo di straordinario interesse e di sorprendente modernità nell’affermazione di una sorta di “opera aperta”: una riserva di materiali espressivi che l’esecutore può suddividere e articolare a proprio piacimento.così il termine Toccata si collega al toccare i tasti di strumenti come il clavicembalo, il clavicordo e l'organo. Alcune caratteristiche però non sono mancate alla Toccata in confronto con queste aure forme. La più costante è data dalla prevalenza, nella Toccata, d'un discorso musicale più fluido e generalmente in movimento lento e in tono meditativo e insistente sopra disegni a note d'ugual valore, spesso su nota ribattute. In seguito si sviluppò come pezzo a sé stante, caratterizzato da elementi virtuosistici e sezioni dal forte sapore improvvisativo. Tra gli autori più noti di t. vi furono G. Frescobaldi e J.S. Bach. In precedenza erano state composte anche t. per complessi strumentali (come quella, per ottoni, che introduce l’Orfeo di C. Monteverdi ).link1 link2 link3
Il ricercare. In musica, composizione strumentale analoga alla toccata, affermatasi agli inizi del 16° sec., con carattere d’improvvisazione, destinata a un solo strumento e scritta al fine di ‘ricercare’ e sperimentare le possibilità e le sonorità dello strumento stesso.Anche composizione strumentale polifonica scritta con l’intento di elaborare in maniera contrappuntistica un determinato tema musicale. Dopo i primi esempi dovuti, tra gli altri, ad A. e G. Gabrieli, e la massima fioritura durante il 17° sec., con G. Frescobaldi, il genere confluì nella fuga.link1 link2 link3
Il PRELUDIO. Brano strumentale in forma libera e a carattere introduttivo che precede una suite, una fuga, un atto d’opera; può essere anche una composizione a sé stante.L’uso di un preludio era frequente nelle composizioni degli aedi per trovare l’intonazione. Dalla civiltà greca quest’uso passò alle pratiche cristiane, nei pezzi con cui l’organista avviava le voci al canto religioso. Nel 16° sec. tale intonazione divenne un componimento organistico libero (a Venezia con G. Gabrieli, svolto su elementi del cantico sacro. Il fantasioso improvvisare si evolse, cedendo il campo nel 18° sec. a meditate elaborazioni (canzoni, toccate, capricci, ricercari ecc.). Nel 18° sec. il p. fu incluso nella suite per organo e cembalo, oppure nel binomio p.-fuga (o toccata, fantasia ecc.) di cui J.S.Bach fu il massimo compositore.
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